di Francesco Cannadoro
Ammiro la loro voglia di normalità, ammiro la loro tenacia e la fatica di condividere con tutti noi il loro complicato vissuto quotidiano.
Da questo libro, dove Francesco ci racconta la sua adolescenza e la sua vita in famiglia, si ricava una preziosa riflessione: la sensibilità e il rispetto non sempre dipendono dalla famiglia in cui sei nato è vissuto e se hai un cuore grande questo viene fuori.
Francesco non si nasconde dietro finti buonismi o narrazioni fantasiose. Si mostra a noi anche con le sue debolezze e le sue criticità. Una persona vera. A volte anche leggero, ma mai fuori luogo.
Le parole qui sotto, pura poesia.
Quanta gente ha la fortuna in tasca e non la sa riconoscere, si perde in piccolezze e non valorizza l’immenso. Sarà perché le cose migliori della vita sono quelle che ormai si danno per scontate. Io spero che prima o poi tutte queste persone passino di qua e vedano quanto siamo felici noi, senza avere un decimo di quello che hanno loro.
Che poi io e te lo sappiamo che noi abbiamo
tutto quello di cui abbiamo bisogno, ma chissà se loro sapranno vederlo? Chissà se saranno in grado di andare
oltre e non vedere semplicemente un padre con le spalle larghe e un simpatico cucciolotto sfigato.
Perché noi
siamo molto più di questo: siamo felici, siamo amore, siamo vita. Io, te e la mamma siamo ognuno la più
profonda soddisfazione degli altri due.
E sarà così fino a quando respireremo.
E anche dopo. [..]
[..] Però, se c’è qualcosa che sto cercando di passarti – proprio mentre lo imparo sulla mia pelle, vivendo da sempre una vita che sembra non voler finire di mettermi alla prova – è che alla fine la soddisfazione di un uomo non dipende da quanto si è avvicinato ai suoi sogni, ma da quanta strada ha fatto pur sapendo di non poterli raggiungere. [..]
Grazie a te Francesco
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