domenica 31 agosto 2014

Memorie di Adriano - Marguerite Yourcenar

Un bel romanzo storico, a tratti un po' pesante per lo stile ma caratterizzato da una bella scrittura. Un libro d'altri tempi.

La vita dell'imperatore Adriano viene ripercorsa attraverso gli anni dalla voce narrante dell'imperatore stesso.
La storia di Roma non finisce mai di stupirci.

La sua educazione, i suoi viaggi , la passione per la Grecia e la sua cultura, i suoi amori (interessante la passione con il giovane Antinoo) ripercorsi da un uomo ormai prossimo alla morte che, nonostante la consapevolezza di aver comunque fatto molti errori, è anche sicuro di aver vissuto e prodotto del bene.

Qualche citazione:

  • “L'impero, l'ho governato in latino; in latino sarà inciso il mio epitaffio, sulle mura del mio mausoleo in riva al Tevere; ma in greco ho pensato, in greco ho vissuto.”  
  •  "Ho amato quella lingua per la sua flessibilità di corpo allenato, la ricchezza del vocabolario nel quale a ogni parola si afferma il contatto diretto e vario delle realtà, l'ho amata perché quasi tutto quel che gli uomini han detto di meglio è stato detto in greco."
  • "Forse l'impossibilità di continuare ad esprimersi e a modificarsi con nuove azioni costituisce la sola differenza tra l'esser morti e l'esser vivi." 
  • "Quando si saranno alleviate sempre più le schiavitù inutili, si saranno scongiurate le sventure non necessarie, resterà sempre, per tenere in esercizio le virtù eroiche dell'uomo, la lunga serie dei mali veri e propri: la morte, la vecchiaia, le malattie inguaribili, l'amore non corrisposto, l'amicizia respinta o tradita, la mediocrità d'una vita meno vasta dei nostri progetti e più opaca dei nostri sogni: tutte le sciagure provocate dalla natura divina delle cose"   
  • "Mi dicevo che è vano sperare, per Atene e per Roma, quell'eternità che non è accordata né gli uomini né alle cose, e che i più saggi tra noi negano persino agli dèi. [...]  
  • «Natura deficit, fortuna mutatur, deus omnia cernit.» La natura ci tradsce, la fortuna muta, un dio dall'alto guarda ogni cosa"  
  • "La mia opinione su di lui si modificava senza posa, il che accade solo per gli esseri che ci toccano da vicino: gli altri, ci contentiamo di giudicarli alla grossa, e una volta per tutte"
  • "Mi fa meraviglia che la maggior parte degli uomini abbia tanta paura degli spettri, mentre si acconsente così facilmente a parlare con i morti, in sogno."  
  • "Fondare biblioteche è un po' come costruire ancora granai pubblici: ammassare riserve contro l'inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire."  
  • "Il nostro errore più grave è quello di cercare di destare in ciascuno proprio quelle qualità che non possiede, trascurando di coltivare quelle che ha."   
  • "Per un uomo di gusto, l'ostacolo più grave consiste nel fatto di occupare una posizione preminente, che implica ineluttabilmente il rischio dell'adulazione e della menzogna."  
  • "Se, per miracolo, qualche secolo venisse aggiunto ai pochi giorni che mi restano, rifarei le stesse cose, persino gli stessi errori, frequenterei gli stessi Olimpi e i medesimi Inferi." 
  • "Piccola anima smarrita e soave, compagna e ospite del corpo, ora t’appresti a scendere in luoghi incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti. Un istante ancora, guardiano insieme le rive familiari, le cose che certamente non vedremo mai più. Cerchiamo d’entrare nella morte a occhi aperti  "