sabato 13 giugno 2020

Il ballo




di Irène Némirovsky

Un racconto breve ma interessante per conoscere questa autrice. La crisi emotiva di un'adolescente, apparentemente di poco conto, si trasforma in una vendetta che lascerà il segno in tutte le persone che la circondano. Un libro scritto nel lontano 1929 che mostra ancora una volta che certe dinamiche nel rapporto madre-figlia non sono mai cambiate e che il mestiere di genitori è più complicato di quello che si possa immaginare.
Non soddisfa completamente, come fosse un'opera inconclusa.

La domanda che sorge alla fine: e quindi???




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Antoinette ha appena compiuto quattordici anni. Sogna di partecipare al grande ballo che i suoi genitori, i Kampf, stanno organizzando per far mostra con tutta Parigi della loro fortuna, recentemente conquistata a prezzo di duri sacrifici. Ma Rosine, la madre di Antoinette, è talmente determinata a guadagnare prestigio e accettazione sociale da non rendersi conto di quanto sia bruciante il desiderio della figlia: non solo le impedisce di partecipare al ballo, ma le confisca la sua stanza da letto e la confina in uno sgabuzzino. La vendetta di Antoinette è terribile come solo può esserlo quella di una bambina alle soglie dell’età adulta, ancora inconsapevole degli equilibri del mondo: un gesto spietato e spiazzante che finirà per rivelare il vero volto delle persone che le stanno intorno.
Il ballo (1929) è uno dei primi racconti di Irène Némirovsky: nel difficile rapporto tra madre e figlia traspare in filigrana uno dei grandi nodi irrisolti della storia personale dell’autrice, che tornerà a riecheggiare nelle opere della maturità.