sabato 14 ottobre 2023

Crepacuore: Storia di una dipendenza affettiva

 di Selvaggia Lucarelli



Sapevo già qualcosa di questa storia, probabilmente già raccontata da lei in articoli o altri racconti. Ma questo non toglie interesse all'argomento trattato. Lei ha una bella scrittura, chiara e scorrevole, quindi si legge tutto d'un fiato.

Sembra sempre strano, da fuori, che una persona colta e intelligente si faccia incastrare in una storia così assurda, ma la dipendenza affettiva è più frequente di quanto si immagini e forse anche in forse meno violente, capita a tutt* di esserne vittime. 

Se ne esce solo dopo aver toccato il fondo, ed è già un successo uscirne fuori.

Brava Selvaggia per la tua sincerità, fosse anche solo una persona a salvarsi grazie alla tua testimonianza, ne sarebbe comunque valsa la pena.

Sicuramente un aiuto, per chi sta soffrendo, per chi ha sofferto e per chi deve aprire gli occhi prima di cascarci dentro.

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“Quando non eravamo insieme sentivo uno strano disordine emotivo, una specie di febbre, di sete che dovevo placare. Vivevo le mie giornate senza di lui come un intervallo, una pausa dell'esistenza. Mi spegnevo, in attesa di riaccendermi quando lo avrei rivisto. Ero appena diventata una giovane tossica, convinta, al contrario, di aver colmato quella zona irrimediabilmente cava della mia esistenza”. Così Selvaggia Lucarelli descrive gli esordi di una relazione durata ben quattro anni in cui nulla, nella sua vita, ha avuto scampo: dal lavoro agli amici, l'ossessione per una storia che non aveva alcuna possibilità di funzionare, piano piano, come un fungo infestante, ha intaccato tutto quello che la circondava. Perfino l'amore per suo figlio, che finisce trascurato tra decisioni imprudenti e un'asfissiante sindrome abbandonica: “Oggi, guardandomi indietro, faccio ancora fatica ad ammetterlo, ma la felicità di mio figlio, la sua sicurezza perfino, erano la cosa più importante solo in quei rari momenti in cui sentivo di aver messo la mia relazione al sicuro. L'unico pericolo che avvertivo come costante e incombente era quello che lui mi lasciasse per la mia evidente inadeguatezza”. Con coraggio, senza fare sconti soprattutto a se stessa, racconta come un incontro tra un uomo che non vede nulla oltre se stesso e una donna che non vede nulla oltre lui può trasformarsi in una devastante dipendenza affettiva da cui la protagonista uscirà solo dopo aver toccato il fondo. Solo dopo aver compreso cos'era quel vuoto da colmare e perché ha coltivato la speranza distruttiva che qualcuno potesse colmarlo: “Siamo stati, insieme, una profezia feroce che per avverarsi aveva bisogno delle ferite di entrambi”.